Come riportare la mandorlicoltura siciliana agli splendori degli anni ’70

Attivato il Progetto Integrato di Filiera (P.I.F.) “Akrai: Filiera del Mandorlo”

Cresce l’interesse per la mandorlicoltura, seguendo il trend dei consumi a livello globale. L’Italia, e in particolare il meridione, con Puglia e Sicilia in testa, fino agli anni ’70 deteneva il primato mondiale della produzione di mandorla. Oggi la maggior parte del prodotto viene importata per soddisfare le esigenze dell’industria e dell’artigianato dolciario italiano. Al momento, i maggiori produttori sono: California (USA), Turchia, Spagna e altri Stati del Bacino del Mediterraneo, mentre l’Australia si sta inserendo da alcuni anni ormai.

La necessità di riqualificare l’agricoltura con coltivazioni più redditizie, nel contesto, si coniuga perfettamente sia con la mandorlicoltura sia con il recupero del paesaggio agricolo. Per questi motivi, è stato attivato il Progetto Integrato di Filiera (P.I.F.) “Akrai: Filiera del Mandorlo”.

Il presupposto di partenza del progetto è, come accennato, che il mercato dei consumatori evidenzia un trend di crescita dei consumi per le mandorle 2019/20 del 15,3% (elaborazioni ISMEA su dati ISTAT e ITC), determinato principalmente dal valore salutistico riconosciuto dai consumatori a questa categoria di prodotti.

Le zone dove si concentra la coltivazione del mandorlo sono sostanzialmente due: la Sicilia centromeridionale, con un patrimonio varietale vastissimo e con notevoli differenze da un territorio all’altro e l’area della Sicilia sudorientale che presenta una mandorlicoltura specializzata, dove prevalgono le varietà Pizzuta, Fascionello e Romana.

La filiera della frutta in guscio nell’isola, con particolare riguardo al mandorlo, è costituita da pochi operatori che trasformano e commercializzano il prodotto sui mercati nazionali ed esteri, da un’offerta frammentata, costituita principalmente da aziende di piccole dimensioni e dalla presenza di numerosi intermediari. Tale struttura si riflette sia sul prezzo alla produzione (poco remunerativo) sia su quello al consumo (troppo elevato), mentre compromette la costanza degli approvvigionamenti, in qualità e quantità, e la lavorabilità del prodotto fresco. Pertanto, gli operatori commerciali importano prodotto estero al fine di stabilizzare la capacità d’offerta sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

Il progetto, a valere sul PSR Sicilia 2014-2020 “Progetti Integrati di Filiera – Linea di intervento Frutta a Guscio“, è già entrato nel vivo lo scorso 4 febbraio 2022 presso l’azienda Agricola Mandredonne di Palazzolo Acreide (SR) con la prima riunione pubblica per la verifica della fattibilità per la costituzione di un partenariato.

I lavori, coordinati dall’agronomo Piero Virderi, hanno riguardato le idee progettuali degli attori di filiera, i vincoli, le limitazioni e le opportunità del bando P.I.F., nonché le modalità di selezione dei partecipanti al progetto.

“Nel corso dell’incontro – ha detto Virderi – si è puntualizzata la necessità di sottoscrivere un accordo di filiera tra tutti i partecipanti per la gestione dei rapporti commerciali. Tutti i presenti dopo aver ampiamente discusso e valutate le opportunità hanno designato la Soc. Agr. Villa Cesarea quale capofila del costituendo partenariato”.

Ma quali sono le opportunità di preciso?
“Le opportunità offerte dal bando P.I.F. – ha risposto l’esperto – riguardano il rinnovo della filiera produttiva con strutture produttive moderne che consentirebbe una ripresa di questo settore nell’isola. In particolare, il progetto si propone di agire su due aspetti della filiera produttiva: l’innovazione delle strutture produttive con l’impianto di mandorleti ad alta intensità e con un elevato grado di meccanizzazione, nonché la valorizzazione di cultivar adatte alle condizioni pedoclimatiche dell’area e all’uso del prodotto finale che si vuole ottenere. Parliamo di mandorle sgusciate per consumo diretto, opportunamente trasformate (pelate, salate, ecc.), e che trovano impiego nella preparazione di antipasti, dessert, snack, ecc. per la GDO”.

Parliamo di numeri, qual è l’entità dei sostegni?
“L’entità del sostegno previsto per le aziende aderenti per gli investimenti alle aziende agricole è del 50-60% per un massimo di 300 mila euro – chiarisce in chiusura Piero Virderi – mentre per gli investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli è del 50%, per un massimo di 2 milioni di euro”.

Per maggiori informazioni:
Dr. Agr. Piero Virderi
+39 3334509948
+39 3280962511
info@studiovirderi.it

Fonte: Freshplaza.it




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